Sono anni che ti aspetto e non me ne ero accorta. Non ci sei stato per così tanto tempo che era normale fare a meno anche del pensiero di te. Eri un ricordo leggero, un contorno sfumato in una lieve penombra autunnale. Mi piaceva, lo tenevo di lato per i momenti confusi.
Il fatto è che tu sparisci, lo fai, ti viene facile, forse ti nascondi dietro questa abitudine. Sei sparito anni fa, ti ho lasciato sparire, abbiamo tempi e modi diversi. Non sei stato presenza, non sei stato contatto, ancor meno condivisione. Io detesto rincorrere, detesto le tattiche e detesto le sparizioni. Ecco. Punti in comune evidenti zero.
Quasi zero. Tranne uno, la maledetta ingombrante prepotente voglia. Attrazione, desiderio, chimica liquida che scivola sotto pelle.
Tutt’un tratto, sei tornato. Il ricordo ha preso vita colore e movimento, un odore preciso, il tuo. Hai trovato un altro posto senza neanche cercarlo, scansato ricordi e singoli momenti per costruire pensieri e intere ore, tutti per te.
Ti ho lasciato fare, opposto nessuna resistenza, non ho tentato di bloccarti neanche una volta.
E mi sei entrato nel cervello.
Non riesco a mandarti via. Come anni fa, riesci a rubarmi spazi, avvolgi i miei pensieri e non fai niente. Non fai niente per stare qui continuamente, non ne sei affatto consapevole.
Dovrei dirtelo. Dirti che sei stato e sei ancora il mio punto debole, fin dal primo giorno che ti ho visto. Dirti che la tua voce mi rimbomba nelle orecchie per ore e ore. Dirti che ti desidero come sempre, come se non fosse passato neanche un giorno da allora.
La paura che tu possa fraintendere mi blocca, così lascio fluire, a volte mi sforzo di non esserci, a volte mi lascio andare. So che anche stavolta sparirai, nello stesso modo o in uno nuovo che sta aspettando me dietro un angolo inatteso. Non importa! In fondo, non siamo qui per restare, siamo qui per offrirci quello che abbiamo in serbo per noi, qualunque cosa sia.